L’attualità
del messaggio lasalliano per la ripartenza di Catania
Incontro su
“Catania e il Leonardo”
Raramente una scuola incide sulla vita di una città come è accaduto
negli 80 anni di convivenza fra il “Leonardo da Vinci” dei Fratelli
delle Scuole Cristiane e Catania.
È come se si fossero sposati,
spargendo decine di migliaia di “figli”, inviati “urbi et orbi” a
trasmettere il messaggio cristiano, ad animare, a promuovere,
intraprendere e orientare una comunità che, assieme ad essi, da
brancatiana città di provincia è diventata metropoli mediterranea,
ma senza scolorire la sua identità. In buona parte per impulso dei
cittadini formatisi in quella scuola.
Il “matrimonio” fu celebrato nel
1935 dal canonico prof. Giuseppe Calabrese, che avvertì la necessità
di dotare la crescente Catania di una scuola cattolica capace di
formare parte della classe dirigente. I Gesuiti – dediti da secoli a
questa missione – avevano a Palermo e ad Acireale (con prevalente
internato “pesante”) i loro capisaldi, e i Salesiani erano stati
indirizzati dall’arcivescovo benedettino Beato Cardinale Dusmet fin
dall’800 a soccorrere i giovani dei quartieri disagiati. Ci voleva
una scuola moderna, capace di permeare una società che si apriva al
nuovo. Per questo furono chiamati i Fratelli delle Scuole Cristiane,
congregazione laicale fondata da San Giovanni Battista de la Salle
alla fine del ‘600 in Francia per diffondere in Europa e nel mondo
istruzione e cultura. I “Frères”, detti anche “Carissimi”, si
insediarono con immediato successo nel grande edificio di viale
Vittorio Veneto, dotato di un cortile insolitamente grande per quel
tempo, nella nuova Catania che si espandeva verso il mare.
La guerra ne distrusse un’intera
ala, che fu presto rifatta più bella e funzionale, partecipando alla
ripresa di una città abituata a ricostruirsi. Le iscrizioni si
impennarono: 500, 600, fino a sfiorare i 1.000 e a richiedere una
nuova più grande sede, alla quale negli anni ‘60 si dedicarono molti
degli stessi ex alunni, diventati intanto – con quelli provenienti
dalle altre scuole cattoliche – i protagonisti del boom della
“Milano del Sud” nella scienza, nell’impresa, nella politica, nelle
professioni e nello sport.
Il nuovo splendido istituto
realizzato a Canalicchio con grandi impianti sportivi, apertosi alle
donne negli anni ‘80, ha ospitato quasi 1.800 studenti, dalle
elementari ai licei classico e scientifico.
Poi la caduta delle vocazioni (ai
“Fratelli”, per scelta del fondatore, è impedito il sacerdozio che,
forse, avrebbe attenuato la loro diminuzione in Europa) e, dopo aver
fatto largo ricorso anche a prestigiosi docenti laici (fra cui molti
ex alunni), la dolorosa decisione della chiusura.
Ma le decine di migliaia di “ex” non
ci stanno e, rafforzata la loro sempre viva Associazione, lanciano
una nuova sfida per fornire soccorso e impulso a una città che ha
bisogno di ritrovare consapevolezza del suo ruolo, a partire dalle
sue classi dirigenti.
Per questo il presidente della
ripartenza, Carlo Zimbone, notaio lungimirante, tenace e
instancabile, con un gruppo di volenterosi collaboratori, ha riunito
alcuni esponenti della storia recente di Catania e del “Leonardo”
per rinnovare e perpetuare il fecondo sodalizio con la città.
Nel parterre ogninese dello Yachting
club hanno introdotto l’ex sindaco Francesco Attaguile, l’editore
Mario Ciancio, l’ing. Gaetano D’Emilio, l’avv. Enzo Ingrassia,
l’arch. Marcello Leone e il prof. Francesco Nicoletti, moderati
dall’avv. Maurizio Magnano di San Lio.
Tutti, superata la commozione dei
ricordi della gioventù passata insieme, hanno indicato le
caratteristiche principali del messaggio lasalliano da continuare a
trasmettere alle nuove generazioni per fornire rinnovato impulso
anche alla città del futuro : competizione nel servire il bene
comune, disciplina, ispirazione agli altri insegnamenti evangelici,
da diffondere con il lavoro all’intera comunità circostante.
Si sono susseguiti numerosi
interventi propositivi di altri ex alunni, fra cui l’ambasciatore
Guido Scalici, il dott. Ernesto Falcidia, il dott. Emilio Randazzo,
il dott. Nuccio Sciacca, il dott. Diego Sciuto e gli assessori
comunali Enrico Trantino e Sergio Parisi, che è anche presidente del
club ospitante.
Sono stati altresì ricordati alcuni
illustri scomparsi, fra i quali Tony Zermo, il maestro di
giornalismo che avrebbe certamente dipinto da par suo su queste
stesse colonne la manifestazione.
Fra le proposte emerse, assieme
all’annuncio di un intenso programma di ulteriori prossimi incontri,
c’è anche l’istituzione di una scuola di politica, di cui si sente
urgente necessità -analoga a quella realizzata a Palermo dai Gesuiti
con il Centro Arrupe diretto dai padri Sorge, Pintacuda, Notari etc.
– attingendo anche dalla vasta cerchia di ex alunni già impegnati in
politica e/o con significative esperienze nelle istituzioni.
Un dato emerge con certezza : lo
“sposalizio” fra Catania e il “Leonardo” continuerà a lungo a dare
alla città frutti fecondi.
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