ISTITUTO "LEONARDO DA VINCI"

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Associazione EX ALUNNI

30 gennaio 2024
"Don Pino Puglisi martire della Fede"

  dalla chat
Attilio:
Buongiorno a tutti e grazie a coloro che ieri sono intervenuti all' incontro su padre Pino Puglisi. L'eccezionale caratura dei relatori ci ha fatto scoprire nella sua profonda essenza l uomo e il sacerdote Puglisi. Oggettivamente nessuno nell’auditorio ne conosceva la profondità morale, umana, spirituale, né la totale dedizione all' impegno assunto verso la Chiesa ed i suoi parrocchiani. Impegno che gli ha fatto scientemente affrontare la complessità e la rischiosità del suo lavoro. Abbiamo lentamente compreso, ammirato ed amato quell’uomo, lasciato solo,  senza l’appoggio delle Istituzioni, a lottare per il bene di tutti. E dicendo di tutti non si intendono i giovani e coloro che coinvolgeva nella sua missione pastorale, ma di tutta la società alla quale donava dei giovani strappandoli dalle grinfie della mafia che ne avrebbe fatto adepti e "picciotti" pronti a prevaricare.  Grazie quindi al presidente dell’associazione ex alunni Leonardo da Vinci il notaio Zimbone che, come sempre, ha saputo coinvolgere relatori di elevatissima qualità ed a loro per averci raccontato la storia di un "Uomo" che ha saputo dire no alla violenza, alla illegalità, alla prevaricazione, ed in questo sta il forte collegamento con Sant' Agata: entrambi martirizzati per aver creduto nel diritto di non sottostare alla protervia ed alla cattiveria dei violenti. Si ringraziano, per il loro prezioso contributo verbale il cardinale Romeo, gli arcivescovi Gristina e Renna, il prof don Torcivia, il sindaco avv Trantino, il magistrato dott Scarpinato
Carlo Zimbone: Analisi perfetta caro Attilio, grazie a te e all’Arcivescovo per avere inserito questo nostro incontro nel programma della Festa della nostra Santa Patrona.
il Magistrato intervenuto non è’ stato Scarpinato, ma Nunzio Sarpietro.
Ieri tutti i nostri relatori sono stati concordi nel dipingere la figura di Don Pino Puglisi, non già come un prete antimafia, ma come un prete che faceva il prete, non limitandosi però alla preghiera e alla contemplazione, come avrebbero voluto che facesse i mafiosi del quartiere Brancaccio, ma che svolgeva anche una intensa attività sociale, coinvolgendo anche l’altra Palermo, quella dei quartieri bene, per aiutare i ragazzi del quartiere Brancaccio a far conoscere altre realtà e dimensioni di vita diverse da quelle della mafia.