OMILIA

DURANTE LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

PER LE ESEQUIE DI FRATEL SATURNINO RICCI

(Colle “La Salle” – Roma – 22 giugno 2011)

 

Carissimi Fratelli ed Amici Lasalliani,

Desidero esprimere al fratello Pietro, ai cognati, nipoti e parenti tutti di Fratel Saturnino le affettuose condoglianze del Fratello Visitatore Achille, dei Visitatori Ausiliari,  dei Fratelli della Provincia e di tutta la Famiglia Lasalliana Italiana.
La morte di Fratel Saturnino, al quale ci legano vincoli di profondo affetto, non può non procurare dolore e commozione. Così è stato anche per il Signore Gesù, che, presso il sepolcro dell'amico Lazzaro, vedendo il pianto delle sorelle di lui, si commosse fino alle lacrime. Sono proprio queste lacrime che Dio ha promesso di asciugare su ogni volto (Is 25,8); e lo fa, oggi, per noi, con la mano del Risorto.
Nella prima Lettura che abbiamo ascoltato, San Paolo tocca i problemi essenziali della vita, della morte e dell'immortalità.
Se l'esperienza quotidiana ci mostra l’esistenza come un passaggio verso la morte, il mistero pasquale ci apre la prospettiva di una vita nuova. Per tale ragione, la Chiesa, proclama: «Credo la risurrezione della carne e la vita eterna».
Fratel Saturnino è stato crocifisso insieme con Gesù: il suo uomo vecchio è stato crocifisso con Lui, perché non fosse più schiavo del peccato (cf. Rm 6, 6). Egli è morto con Lui ed “è ormai libero dal peccato” (Rm 6, 7) e finalmente può “camminare in una vita nuova” come Cristo.
Abbiamo ascoltato, inoltre, le parole confortanti di Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo” (Gv 6,51). Fratel Saturnino si è nutrito quotidianamente del “pane vivo”, cioè della vita stessa di Dio ed è stato in grado di comunicarla ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, agli adulti nel suo ministero educativo lasalliano, spezzando il pane della scienza e della sapienza.

La luce di Dio è stata la fonte della vita di Fratel Saturnino. Egli non ha avuto ambizioni di potere, di onori e ricchezze. Ha chiesto una sola cosa al Signore e questa sola ha cercato: “Abitare nella casa del Signore tutti i giorni della sua vita” nell’ ammirazione della sua bellezza di pace, di carità, di fede, di speranza, di sacrificio, di testimonianza, di operosità instancabile.
Egli ha avuto come programma di vita: “Cercare il volto del Signore”, per conoscerlo sempre di più e così sempre di più amarlo per riceverne la volontà e la benevolenza.
Ora “contempla la bontà del Signore nella terra dei viventi” nel cielo e nella creazione rinnovata.

Appartenere al Signore

 

Così possiamo riassumere la vita terrena di Fratel Saturnino: Appartenere al Signore. Questa è stata il suo impegno e la sua missione, accettando di seguire Cristo casto, povero e obbediente, affinché il mondo creda e sia salvato.

Essere totalmente di Cristo in modo da diventare una permanente confessione di fede, una inequivocabile proclamazione della verità che rende liberi di fronte alla seduzione dei falsi idoli da cui il mondo è abbagliato.

Fratel Saturnino ha seguito senza riserve Gesù Crocifisso, immergendosi nel suo mistero e facendo proprie le sue scelte di umiltà, di povertà e di mitezza.

Per Fratel Saturnino stare con il Signore e, come Fratello, essere in cammino con la gente, hanno costituiscono l’essenza della sua vocazione lasalliana.

Perché solo chi sta “con Lui” e impara a conoscerlo, può annunciarlo veramente.

In questa prospettiva, un Confratello annota: “Considerare Saturnino un uomo buono sarebbe davvero riduttivo, perché era un sant’uomo. Infatti, nel parlargli, avevi come la sensazione di uno che, per risponderti, per interessarsi delle cose che volevi sottoporgli, dovesse distogliersi da un altro tipo di interessi, dovesse uscire da una dimensione che gli era più familiare e assorbente, e questa era quella dello spirito, della preghiera, dei ragionamenti sui santi, del ‘suo’ fratel Gregorio in particolare.

Non che provasse fastidio a relazionarsi con gli altri, o che ci tenesse a rimarcare il proprio disagio quando la conversazione, o le circostanze, gli chiedevano di dire la propria sui fatti di cronaca, sulle vicende della scuola, sulle stesse questioni politiche o di attualità, perché fratel Saturnino non si tirava affatto indietro,  sapeva coinvolgersi, fare gruppo e sorridere. Ma il tono e i contenuti delle sue valutazioni, anche in questi casi, erano inscindibili da una profonda interiorità la quale, lungi dal fargli velo, traeva proprio dai casi della vita, dai notiziari dei giornali, dalla cronaca della istituzione, la materia per rinnovarsi e l’occasione per darsi a conoscere in nuove e più convincenti fattezze, materiate anche di buonumore e ottimismo.

La pietà, dunque, e il tempo trascorso in chiesa non erano occasioni per negarsi agli altri,o polemizzare contro le forme degradate del vivere e quanti le sostenevano, ma innesco per immergersi in Dio e riportarne, con estrema naturalezza, le suggestioni nel mezzo della comunità (Fr. Remo Guidi).

 

Raniero Ricci (in religione Fratel Saturinino) era nato a Bolsena (Viterbo) il 29 marzo 1923, da Angelo e Leonida Battaglini.

Nella sua famiglia la fede religiosa aveva radici profonde. Fu alunno della Scuola lasalliana “Guglielmo Marconi” a Bolsena, dal 1929 al 1934. 

Dopo gli studi elementari, all’età di 11 anni, entrò al Piccolo Noviziato dei Fratelli delle Scuole Cristiane ad Albano Laziale (RM), il 15 settembre 1934.

Fece ingresso al Noviziato, vestendo l’abito religioso dei Fratelli nel 1938, e l’anno dopo emise la consacrazione al Signore con i primi voti religiosi.

Si consacrò definitivamente a Dio, con la Professione perpetua, il  29 agosto 1948 a Castel Gandolfo.
Conseguita l’abilitazione magistrale nel 1941 e successivamente la Maturità classica, iniziò l’apostolato educativo come  insegnante di Scuola Elementare presso il Collegio “S. Giuseppe” di Roma fino al 1951.
Dal 1951 al 1956 fu insegnante e incaricato dell’Unione di Gesù Crocifisso e di Maria Immacolata presso l’Aspirantato Maggiore del Colle “La Salle” in Roma.
Intanto, nel 1955 conseguì la Laurea in Lettere all’Università di Catania.
Nell’anno scolastico 1956-57 lo troviamo come insegnante di Scuola Media all’Istituto “Leonardo da Vinci” di Catania.

Dopo un periodo di riqualificazione e aggiornamento lasalliano (II Noviziato) alla Casa Generalizia (1957-1958), e  dopo un anno di insegnamento al Liceo Scientifico al Collegio “S. Arcangelo” di Fano nelle Marche, dal 1959-1961 lo troviamo Vice
Direttore e Insegnante all’Aspirantato Maggiore al Colle “La Salle”.
Dal 1961 al 1963 fu nominato Direttore dell’Aspirantato minore a S. Venerina in Sicilia e successivamente, dal 1963 al 1965, Docente al Ginnasio dell’Istituto La Salle di Napoli.
Ancora una volta, dal 1965 al 1969 ritorna Vice Direttore all’Aspirantato Maggiore del Colle “La Salle” e Direttore all’Aspirantato Minore di Albano Laziale (1969-1973).
Dal 1973 al 1976 fu nominato Direttore del Noviziato a Torre del Greco.
Il resto della vita, dal 1976 al 2010 l’ha trascorso all’Istituto “Leonardo da Vinci” in Catania, come Docente di Lettere e Vice Direttore.
Per 35 anni ha lasciato tra gli alunni, i colleghi e le famiglie del “Leonardo da Vinci” il timbro della sua vita di Apostolo lasalliano, di Religioso esemplare, di Docente qualificato, di amico fidato, di uomo di Dio.
È perennemente vivo ancora in coloro che l’hanno conosciuto il ricordo della sua figura di Fratello Consacrato, testimone dell’amore di Dio fra gli uomini, dal profondo spirito religioso; i suoi ex-alunni lo ricordano come il Fratello che anela alla santità, mediante il rigoroso impegno educativo, teso alla loro formazione  morale e spirituale.
Nel giugno del 2010 ha chiesto di essere trasferito alla Comunità “Sacra Famiglia del Colle “La Salle”.
Dopo alcuni mesi è stato operato al S. Camillo per una patologia delle vie biliari. Complicazioni post-chirurgiche hanno creato danni anche a livello cardio-respiratorio su un terreno già minato in precedenza per patologie pregresse e per l’età avanzata.
È deceduto, alle ore 21 del 20 giugno in sala di rianimazione al S. Camillo, per l’aggravarsi della patologia epatica con successive complicazioni, assistito amorevolmente dalla Suore, dal dott. Tommaso Pellegrini e dai Confratelli.

Chi è stato Fratel Saturnino?

Non vi è dubbio che la vita di Fratel Saturnino poggia sul fondamento della spiritualità di S. Giovanni Battista de La Salle.
L’Incarnazione di Gesù, la morte redentrice di Cristo nel disegno divino della salvezza; l’annuncio del vangelo della croce che trasforma il mondo; la conformazione al Cristo crocifisso e alla sue santissime piaghe; Maria ai piedi della Croce, come icona dell’umanità redenta, l’adorazione eucaristica, sono gli assi portanti della spiritualità lasalliana che Fratel Saturnino ha incarnato nella sua vita di Fratello e di Apostolo Educatore.
È il messaggio che Fratel Saturnino con la sua morte affida a ciascuno di noi.
Questa spiritualità emerge in maniera incontrovertibile dalle testimonianze.  (Riportate a parte nel sito)

Fratel Saturnino ci lascia in eredità la testimonianza di una  “esemplare fedeltà” alla vocazione lasalliana, contrassegnata dalla coerenza e dalla dedizione incondizionata, vissuta come figlio di S. Giovanni Battista de La Salle, come amore totale a Dio, per il servizio delle persone e per il Regno di Dio, nell'unione della comunità, amando ognuno con amore disinteressato e puro.

 

Carissimi Fratelli ed Amici Lasalliani,

 

Oggi, abbiamo bisogno di persone “credenti” e “credibili”, pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. Questa è la santità, vocazione universale di tutti i battezzati, che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà e coraggio, guardando non al proprio interesse egoistico, bensì al bene comune, e ricercando in ogni momento la volontà divina. Questo ha realizzato nella vita Fratel Saturnino.

La tensione alla santità del nostro Confratello non perderà la propria forza attrattiva, non cadrà nell’oblio, non passerà mai di moda, anzi, col trascorrere del tempo, risplenderà con sempre maggiore luminosità.

 

Vogliamo rivolgerci a Dio ricco di misericordia, perché ora la fede di Fratel Saturnino diventi visione, incontro faccia a faccia con Lui, nel cui amore egli ha saputo riconoscere e cercare il compimento di ogni legge.

 

All’intercessione della Madre di Gesù e Madre nostra, affidiamo la sua anima. Siamo certi che Lei, Regina della pace e Madre delle Scuole Cristiane, vorrà accoglierlo per introdurlo nel Cielo di Dio, dove potrà godere in eterno la pienezza della pace.

Caro ed indimenticabile Fratel Saturnino, sia il Santo Fondatore, Giovanni Battista de La Salle, ad introdurti in Paradiso, insieme ai Fratelli Santi e Beati, atteso da mamma Leonida e  papà Angelo, perché tu possa sperimentare l’amore senza tempo di Dio.

Oggi, a nome dei Confratelli, dei Collaboratori Lasalliani e dell’innumerevole schiera di bambini, di ragazzi e di giovani  che ti hanno avuto maestro di vita, ti rivolgiamo l’ultimo addio terreno.  

A te il fiore della nostra più profonda gratitudine per la testimonianza della tua vita operosa e feconda di Fratello consacrato e di Educatore Lasalliano.  

Ottienici dal Signore numerose e sante vocazioni di Fratello e vocazioni laicali autenticamente lasalliane. Amen!