Ricordo di Fratel Filippo
del Direttore Fratel Bartolo

Essendo coetanei e dello stesso paese Agira (EN) ho conosciuto Filippo e i suoi familiari fin da quando eravamo bambini. Avevamo però amicizie e frequentazioni diverse per cui ci meravigliammo molto quando, nel gennaio 1954, all’insaputa l’uno dell’altro, ci ritrovammo nella stessa classe del Piccolo Noviziato siciliano di Santa Maria Ammalati che tre mesi dopo si trasferì nei nuovi locali di Santa Venerina. Abbiamo stretto subito amicizia  e divenne amicizia anche la conoscenza tra le nostre famiglie. Così camminando abbiamo fatto insieme lo stesso percorso formativo, nel frattempo egli era diventato Fratel Filippo, fino a quando nel 1960, presa l’abilitazione magistrale, le nostre vite si sono divise e l’obbedienza religiosa ci ha fatto fare percorsi paralleli ma su diversi campi di apostolato. Non sono mancati i momenti di incontro nel corso degli anni e non ci siamo mai persi di vista ed ogni circostanza era buona per rimembrare eventi e goliardie giovanili, ma niente di più. Ricordo in particolare che era di intelligenza piuttosto vivace e di ottimo intuito cogliendo facilmente il nucleo di ogni problema; aveva virtù operative tecniche e manuali piuttosto notevoli che metteva volentieri a disposizione della comunità e dei singoli confratelli.
Nel settembre de 2007 ci siamo ritrovati insieme al Leonardo da Vinci di Catania, lui nel ruolo di malato ed io nel ruolo di direttore della comunità. L’occasione di accompagnarlo per visite mediche e controlli, che non erano pochi, mi ha reso consapevole e partecipe del duro calvario che Fr. Filippo ha sofferto negli ultimi anni. Mi meravigliava la capacità di ripresa che dimostrava dopo ogni disavventura fisica o familiare (in un anno perse un fratello, una sorella ed un cognato). Aveva una gran voglia di vivere. Con le sue piccole manie aveva sempre qualcosa contro cui lottare o qualcosa di cui lamentarsi, però “vinceva” sempre. Voleva partecipare attivamente alla vita della comunità e si rammaricava perché il suo stato di salute non glielo consentiva. Si interessava a tutto quello che avveniva e non perdeva occasione per chiedere spiegazione o per farsi ricordare quello che era stato stabilito. L’aggravarsi della malattia negli ultimi mesi aveva reso difficile la sua autonomia nella nostra comunità. Quindi anche se non molto entusiasticamente ha accettato il trasferimento al Colle La Salle di Roma per poter usufruire di assistenza e cure più adeguate. Tale trasferimento è avvenuto il 19 maggio 2012.

Fratel Bartolo