26
gennaio – Festa della
TRASLAZIONE
DELLE RELIQUIE
DI
SAN GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE
Nel 1928 i Superiori dell'Istituto venivano formalmente invitati dal Cardinale Prefetto della Congregazione dei Religiosi a trasferire a Roma la Casa Generalizia, per facilitare i contatti, sempre più frequenti, con la Curia romana.
Il 2 marzo 1935, alla presenza di un gruppo di
Fratelli e di personalità, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Cremonesi,
Arcivescovo Titolare di Nicomedia, pose la prima pietra di quello che diventerà
il corpo principale della nuova Casa Generalizia a Roma.
La Maison-Saint-Joseph di Parigi, poi di Lembecq-lez-Hal in Belgio, diventava la Casa San Giuseppe al numero 202 di Via Aurelia, in attesa di diventare, 15 anni più tardi, la Casa San Giovanni Battista de La Salle, al numero 476, a qualche centinaio di metri da un crocevia chiamato “Piazza San Giovanni Battista de La Salle”.
Il 21 settembre 1936 segna l'inizio delta vita di
comunità nei locali di Via Aurelia. Bisognerà attendere qualche mese ancora
prima che la "grande cappella" possa aprirsi al culto: sarà cosa
fatta il 6 gennaio 1937. Era ormai possibile accogliervi le reliquie del Santo
Fondatore.
Dieci giorni dopo, il 16 gennaio, l'urna contenente
le Reliquie lascia il Belgio e giunge per ferrovia sino a Chiasso; da qui il
viaggio diviene veramente trionfale per le manifestazioni di venerazione
tributate dalle varie città in cui passa.
Il 23 gennaio giunse a Roma; nei giorni 24 e 25 le Reliquie furono venerate nella Chiesa del Gesù, poi al Collegio San Giuseppe di Piazza di Spagna, e nel pomeriggio del 25 giungevano alla Casa Generalizia.
Il giorno seguente, 26 gennaio, era l'anniversario
della concessione della Bolla di approvazione dell'Istituto da parte del Papa
Benedetto XIII: tale circostanza coincideva felicemente con l'arrivo delle sante
Reliquie nella nuova sede della Casa Generalizia; le solenni funzioni liturgiche
fecero di questi avvenimenti una giornata di ringraziamento.
Sua Eminenza il Cardinale Eugenio Pacelli, Protettore
dell'Istituto, presiedette personalmente l'ultimo atto del triduo.
Nel 1712, 225 anni prima, il Fondatore aveva tentato di venire a Roma per visitarvi il suo fedele discepolo Fratel Gabriel Drolin e testimoniare la sua devozione al Pontefice romano. L'invito pressante del Vescovo di Marsiglia a non partire, in vista di futuri accordi con i Fratelli, l'aveva indotto a rinunciare al suo progetto. Con l'arrivo a Roma delle Reliquie, il progetto aveva il suo compimento.
L'urna fu deposta su una lastra di marmo giallo,
sotto la tavola di uno dei quattro altari laterali. E’ là che i Fratelli della Casa e i Secondi Novizi dei primi
corsi vennero a inginocchiarsi in un intimo dialogo con Colui di cui meditavano
gli insegnamenti e di cui imploravano la protezione. Il posto prescelto fu
ritenuto troppo discreto; perciò furono decisi ingrandimenti e trasformazioni.
Infine l'urna ha trovato una più visibile
collocazione nell'abside stessa del santuario, dove resta continuamente esposta
alla venerazione dei fedeli.